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Finisce l’avventura dei Mombao ad X-Factor. Il duo di stanza a Milano dopo aver portato sul palco del talent, in prima serata su Sky Uno,  il canto bielorusso “Toi Pa” e l’inedito “In a Dance”, citando il Teatro delle Albe, portano agli Home Visit, ultima fase di selezione prima dei live, “La Cura“, personalissima versione del brano immortale di Franco Battiato.
Se “Toi Pa” ha approfondito la pratica teatrale come strada per la creazione di comunità e conseguentemente la comunità come cura, “In a Dance” ha invece provato a proporre una strada per un futuro in armonia con l’ambiente, in cui la danza e il movimento giocano un ruolo fondamentale come linguaggio universale e pratica per aumentare la consapevolezza di sè tramite l’ascolto del proprio corpo. “La Cura” chiude il cerchio, verticalizzando il discorso e portandolo dalla terra al cielo, dal corpo all’anima: Per noi, dicono i Mombao, parla di amore universale, parla di meditazione, di corpo astrale e corpo fisico.

Abbiamo scelto La Cura di Battiato come brano da presentare ad X Factor perchè chiude, idealmente, un trittico che ci ha permesso di mettere in luce alcuni aspetti fondamentali della nostra ricerca. La messa in discussione del concetto stesso di “cura” si è rivelato, a posteriori, la chiave di lettura del nostro percorso artistico dell’ultimo periodo, stimolato dalla situazione mondiale attuale e dalle scelte politiche che sono state prese.

Durante uno dei momenti di pausa fra una zona rossa e l’altra, ci siamo ritrovati con il collettivo Kokoshka Revival insieme ad un gruppo di altri artisti, registi, manager, avvocati, terapeuti, in una villa in campagna per progettare come far incontrare arte e cura; quell’esperienza ci ha cambiati, ci ha donato dei punti di riferimento per poter leggere meglio quello che stava succedendo intorno a noi.

Nell’ultimo anno e mezzo, l’arte non è stata considerata come un bene di prima necessità per il benessere dell’individuo. Per noi questo è inconcepibile. In un momento storico che ci ha messo tutti in difficoltà, l’arte, invece che essere decapitata da scelte politiche poco lucide, può ancora svolger un ruolo fondamentale nella catarsi del trauma collettivo, unirci e svolgere un ruolo terapeutico di cui tutti noi abbiamo bisogno.

L’arte è un bisogno primario dell’uomo.

Hanno composto e registrato la colonna sonora de “Gli Indocili”, documentario di Ana Shametaj sulla compagnia di teatro sperimentale Teatro Valdoca, prodotto da RAI Cinema e UBU libri. Il documentario è stato vincitore del premio Asolo Film Festival ed è stato presentato al Locarno Film Festival, Trieste Film Festival e al FIFA di Montreal. Al di fuori di Mombao, nel corso della loro decennale carriera hanno collaborato con altri progetti che li hanno portati a suonare su alcuni dei più importanti palchi italiani ed europei, oltre a Russia e Cina. Negli anni hanno registrato 4 EP, 6 LP e svariati singoli.

Durante il 2020 hanno rilasciato due singoli, Essaiere e Fresh Silk, “Mombao live in RUST”, un mini-documentario che racconta di come abbiano deciso di continuare a suonare in un videogioco nonostante il lockdown li avesse separati in città diverse, “Il punto del corpo che non pensa” un documentario su un tour in Slovenia e sono stati indicati come una delle “realtà da tenere d’occhio” secondo Rockit oltre ad essere nella lineup del MIAMI “che avrebbe dovuto essere”. Ad inizio 2021 collaborano con l’associazione culturale Milano Mediterranea, un centro d’arte partecipata post-coloniale che parla le lingue del Mediterraneo, coinvolgendo i cittadini attraverso residenze artistiche partecipate, un laboratorio permanente rivolto ai giovani, un comitato di quartiere che affianchi MM nella selezione dei progetti di residenza e programmazione culturale.

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