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Dopo le giovani donne in fiore di Marzia Roversi, arriva la musica che cura. È stata inaugurata, nello spazio Hallart dell’ospedale di Mantova, la mostra fotografica di Nicola Malaguti, Musicofilia. Si tratta del terzo evento realizzato a partire dall’ottobre 2022, mese di nascita dello spazio espositivo permanente allestito nella hall del Poma. La mostra si è aperta con un intervento musicale del violinista Eugjen Gargjola per fare parlare subito la musica, mettendola in primo piano. Al termine della mostra i pannelli saranno esposti in via permanente nel reparto di Nefrologia e Dialisi del Poma, nell’ambito di un progetto in via di definizione per la valutazione dell’impatto dell’arte sui pazienti.

Il titolo della mostra fa riferimento all’amore per la musica ma anche al titolo di un libro del celebre neurologo e scrittore Oliver Sacks. Nel suo lavoro, il medico esplora la “straordinaria forza neurale” della musica e i suoi nessi con le funzioni e disfunzioni del cervello.

Nicola Malaguti rappresenta e valorizza in questo viaggio fotografico il gesto musicale, paragonabile al gesto di cura, nella misura in cui genera emozioni, slanci dell’immaginazione, pensieri, speranze che hanno un potere terapeutico. L’occhio del fotografo ci consegna alle mani, ai movimenti del musicista capaci di produrre bellezza e stupore. Ci abbandoniamo così con fiducia fra le braccia della musica, come faremmo con qualcuno che si adopera per guarirci dalla malattia, dalla sofferenza o dalle preoccupazioni della vita. 

“La musica, unica fra le arti, è al tempo stesso completamente astratta e profondamente emozionale. Non ha il potere di rappresentare nulla di particolare né alcun oggetto esterno ma ha la capacità esclusiva di esprimere sentimenti o stati interiori. La musica può penetrarti il cuore direttamente: non ha bisogno di mediazione. Non occorre sapere nulla di Didone ed Enea per essere toccati dal lamento della regina: chiunque abbia perduto qualcuno sa bene che cosa stia esprimendo. Qui, infine, c’è un paradosso profondo e misterioso: perché proprio mentre questa musica fa vivere in modo più intenso l’esperienza del dolore e del lutto, al tempo stesso dona sollievo e consolazione”. Oliver Sacks

A volte ci fanno un effetto curioso, ma molto semplice: a prima occhiata vediamo cose che poi scopriamo non essere affatto. O piuttosto, quando le guardiamo meglio notiamo certi particolari che inizialmente ci erano sfuggiti. Proprio il fatto che non sia come la ricordiamo è un punto di forza di qualsiasi foto perché, nonostante colga un attimo infinitesimale della realtà, la durata percettiva di quell’immagine si estende per parecchi secondi, sia al di qua che al di là del momento congelato dallo scatto, fino a includere – o così almeno ci sembra – ciò che è appena successo e ciò che sta per succedere. Le buone fotografie vanno dunque ascoltate, sono soltanto guardate: quanto più una foto è bella, tanto più c’è da ascoltare.
Nicola Malaguti

Nicola Malaguti è nato a Mantova nel 1961: “Attorno ai 10 anni avevo già una macchina fotografica in mano, una vecchia Polaroid di famiglia. Negli anni del liceo ha cominciato a partecipare a qualche concorso fotografico, dapprima in provincia e poi a livello nazionale. Intanto ero passato a usare una Olympus OM2. Nel 1980 ho vinto un concorso indetto dalla Levi Strauss & Co. Come premio ho esposto le mie fotografie in una galleria a Milano”.

Da allora, oltre 40 anni di fotografie e musica. Oggi è proprio la passione per la musica, in particolare il jazz, a portare il fotografo in giro per il mondo a ritrarre grandi artisti. Miles Davis, Chet Baker, Clarke Terry, George Benson sono solo alcuni dei volti straordinari che Malaguti ha immortalato e incrociato in questi anni. Ha seguito in particolare Paolo Fresu ed è presente nella sua gallery fotografica. Il fotografo si dedica anche all’insegnamento e tiene workshop specifici. Collabora con l’Enaip di Mantova, con altre realtà pubbliche e private, festival nazionali e internazionali di musica e teatro.

Hallart è uno spazio espositivo permanente creato nella hall dell’ospedale di Mantova nell’ottobre del 2022. Ospita mostre a ciclo continuo che si alternano nel corso di tutto l’anno. È nato dall’idea dell’area Ufficio Stampa e Comunicazione di Asst Mantova, nell’ambito del più ampio progetto Arte in ospedale, che dal 2009 diffonde la bellezza nei luoghi di cura, grazie a svariati interventi artistici nelle strutture aziendali.

I primi passi sono stati mossi il 24 ottobre, appunto con la mostra di Mario Fiorito, che ora ha continuato il suo viaggio nel municipio di Curtatone, dove resterà fino al 31 marzo. La parola chiave è partecipazione. La comunità contribuisce infatti a costruire una sanità dal volto umano.

Così Asst potrà scegliere di propria iniziativa le opere da esporre, ma offrirà anche l’opportunità agli artisti o ai fotografi di candidarsi, proponendo le loro opere per un’esposizione. Un comitato istituito dall’azienda ne valuterà l’idoneità e il valore artistico.

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