Un disco elegante, fresco e dall’innato senso melodico dove il contemporary jazz si sposa alla perfezione con i suoni della tradizione. In questo modo potremmo riassumere l’essenza di “Open Spaces“, disco d’esordio del quartetto di Lorenzo Bisogno, vincitore del premio Massimo Urbani 2021, che esce mercoledì 7 dicembre per l’etichetta Emme Record Label. Completano la band Manuel Magrini al pianoforte, Pietro Paris al contrabbasso, Lorenzo Brilli alla batteria e lo special guest Massimo Morganti al trombone. Un progetto in cui il lirismo e l’eleganza nella composizione si uniscono alla freschezza dell’improvvisazione e dove a prevalere sono soprattutto l’interplay e la coesione tra gli strumenti. Raccontare una storia, infatti, è una prerogativa molto importante nella musica e quando si suona in una band si narra la propria e allo stesso tempo si ascolta quella dei propri partner. Il Lorenzo Bisogno Quartet trova la sua sintesi nell’intreccio di queste storie e nel dialogo tra musicisti molto affiatati, sempre al servizio della musica d’insieme. In un contesto del genere, dove modernità e passato si incontrano alla perfezione, non poteva mancare anche l’omaggio ad alcuni grandi autori come Woody Shaw e Lennie Tristano onorati dalla band attraverso due famosi standard come 317 East 32nd Street e The Moontrane.

Tra le altre composizioni principali del disco citiamo senza dubbio la title track, Open Spaces che comincia con un intro libera fatta di melodie aperte che ricordano proprio gli AMPI spazi. In questo brano viene messo in risalto il suono della mano sinistra del pianoforte e del contrabbasso che creano un mix avvolgente ed elegante. L’improvvisazione è un crescendo che sfocia in dinamiche molto aperte con un finale molto lirico che ritorna all’intro iniziale. Searching for the Next è stato composto durante la permanenza di Lorenzo Bisogno a New York, molto prima della pandemia, e racconta in musica il soggiorno in America attraverso una melodia che strizza l’occhio al jazz contemporaneo respirato nella Grande Mela. Cicli Lunari è un brano registrato in trio per pianoforte e trombone dal carattere senza dubbio più intimo rispetto ai precedenti ed è caratterizzato da un ostinato ciclico che sembra non finire mai. Groovy ha invece un carattere più ritmico con un groove molto deciso scritto pensando al trombone di Morganti. Una composizione in cui, nonostante la potenza della batteria, la melodia rimane sempre al centro del discorso senza tradire il lirismo che dall’inizio alla fine caratterizza l’anima di questo disco.

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