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Ida Nastri, nome d’arte di Chiara Padellaro, pubblica 80” nuova tappa che anticipa l’uscita dell’Ep, “2P”, prevista il 1 giugno, per Romolo Dischi.

Il brano, scritto e prodotto con Giuseppe Salvaggio, si snoda su più piani sonori: le strofe hanno un beat crescente, il pre-chorus si svuota creando un momento più intimo e nostalgico, il ritornello, con cassa in quattro e autotune, ha il carattere dello sfogo, quello di un’intera generazione.

Il testo, dalla metrica incalzante, ricorda infatti i vari passaggi obbligati che sono, vuoi o non vuoi, “toccati” a chi è nato negli anni 80. Nella prima parte la cantautrice li descrive con gli occhi di allora, quindi di una bambina che in molti casi assisteva senza capire. Si accenna a Gorbachev, la caduta del Muro di Berlino, la discesa in campo di Berlusconi, le stragi di Mafia, tanti oggetti diventati con il tempo iconici. Ma c’è anche un riferimento a un tipo di educazione forse più genuina e meno confortevole. Nel corso del brano avviene una presa di coscienza di quello che questa generazione è diventata: un ibrido che non può essere capito fino in fondo da chi è venuto dopo, né da chi l’ha cresciuta. Una generazione camaleontica che ha dovuto imparare ad adattarsi in fretta ai vari cambiamenti, ma che quindi fa fatica a trovare una propria identità, ed è per questo “in bilico”.

Parlando del brano, Ida Nastri afferma: “Scorrono i ricordi dell’infanzia che accomunano la generazione dei “nipoti della guerra”. Immagini nitide che all’epoca non eravamo in grado di decifrare, riportate con le sensazioni di allora. Abbiamo dovuto imparare ad adattarci ai più svariati e continui cambiamenti. Ne siamo venuti fuori con le sembianze di esseri ibridi in bilico tra il presente e il passato, degli apolidi temporali, spesso a disagio. Se ti senti così avrai molto probabilmente riconosciuto la sigla del “Tetris” nascosta nel brano…”.

Nome d’arte di Chiara Padellaro, cantautrice nata e cresciuta a Roma. La musica riempie la sua vita fin da piccola e a 360 gradi. Ha da sempre affiancato allo studio accademico, quello sul campo come performer, con diverse formazioni e generi. Poi è iniziata l’esperienza anche come autrice e didatta. Inizialmente legata al mondo del jazz, ha fatto uscire un primo album nel 2018 dal titolo “Acqua” che ha portato sui palchi di diverse città e rassegne come “Lucca Jazz Donna”, “Retape” per Auditorium Parco della Musica. Il progetto “Ida Nastri” ha invece preso vita circa due anni fa, back to back con il musicista e producer Giuseppe Salvaggio. La matrice comune dei brani sono i testi in italiano, mai banali, critici e spesso ironici. Musicalmente si passa dalla ballad alla cassa in 4. Per non mettere freni all’ispirazione e alla creatività.

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